Poco prima che venisse smantellata per essere donata all’Università di Bologna e alla Biblioteca Braidense di Milano, la Biblioteca privata di Umberto Eco è diventata oggetto e soggetto dello sguardo di Davide Ferrario che, in collaborazione attiva con la sua famiglia, ne ha documentato l’identità di “memoria vegetale” secondo il modo in cui la intendeva Eco stesso. Un viaggio tra i labirinti del sapere del “Professore”, tra il vero e il falso, tra il serio e il faceto, in una casa-studio-mondo da lui realmente abitata per 30 anni con la moglie e i figli nel cuore di Milano, in cui si sono generate le idee, le tesi e le storie che hanno preso forma negli scritti di questo indimenticabile e straordinario intellettuale. 

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