Foreste dell’Estonia meridionale. Nel cuore della boscaglia, in una casetta di legno, tra i vapori di una smoke sauna (la sauna a fumo di origine finlandese inclusa dall’Unesco tra i patrimoni immateriali dell’umanità) un gruppo di donne, prestandosi cure reciproche, si scambia ricordi e confidenze, condividendo le esperienze più intime, gioiose o dolorose, instaurando, nello scorrere delle ore, un profondo senso di sorellanza. Un rapporto solidale, il loro, corroborato anche dalla rapida immersione nelle acque gelide di un lago, nel quale la spogliazione dei corpi si accompagna all’abbandono di un passato contrassegnato da ritrosie, vergogne, umiliazioni e abusi…

Premiato al Sundance e agli European film awards, l’esordio della estone Anna Hints si impone per forza evocativa e magnetismo formale fin dalla sequenza iniziale, nella quale un vocio femminile sempre più sostenuto sottolinea, come in un rito propiziatorio, il legame simbiotico tra una madre e il bambino che ha in braccio: il benvenuto ad una nuova vita veicolato attraverso immagini rarefatte e sonorità tribali, una suggestione estetica, associata ad una densa pregnanza contenutistica, che scandisce, pur con qualche inevitabile caduta di tono, l’intera, pregevole opera della quarantunenne regista estone.

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