Waleed, 40 anni, palestinese che vive ad Haifa con la moglie e i due figli, coltiva le sue velleità di scrittore in giornate interminabili senza ispirazione. La pagina bianca lo tormenta assieme ad una forte depressione. E la concentrazione, nel condominio in cui abita, non è aiutata da un nuovo vicino di casa, Jalal, amante della musica, all’apparenza amichevole eppure molesto, impelagato in loschi traffici. L’iniziale conflitto tra i due lascia gradualmente spazio a un rapporto più sfaccettato, alimentato dall’evidente curiosità dei due uomini per i tanti non detti delle rispettive vite…

Premiato per la miglior sceneggiatura al Festival di Cannes 2022, dove era in concorso nel Certain Regard, il secondo lungometraggio della palestinese Maha Haj (già scenografa per Il tempo che ci rimane del connazionale Elia Suleiman) è una commedia intelligente sulla paralisi letteraria ma, prima ancora, una riflessione in immagini sull’isolamento esistenziale e sul senso di intima inconcludenza.

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