Fatima ha 17 anni, è una musulmana osservante, frequenta l’ultimo anno di liceo, vive nella periferia parigina, con due sorelle più grandi, in una famiglia di origini algerine, affettuosa e serena. È la sorella più piccola, come evoca, fin dal titolo, il film di Hafsia Herzi, al terzo lungometraggio da regista oltre che stimata attrice lanciata quasi vent’anni fa da Abdel Kechiche in Couscous. Tratto dal romanzo autobiografico di Fatima Daas e racchiuso in cinque stagioni, da primavera alla primavera successiva, La petite dernière racconta con pudore e sensibilità una ricerca identitaria dalle intime scosse telluriche, un dissidio interiore determinato sia dalle pulsioni affettive, che portano la ragazza lontano dalle tradizioni culturali e religiose nelle quali è cresciuta, sia dal richiamo ad una dimensione parentale, accogliente e sottilmente comprensiva, che Fatima sente, in ogni caso, di non dover turbare.
LA PETITE DERNIÈRE, la videorecensione da Cannes 78 Allah, famiglia e desiderio
da ANCCI | Mag 19, 2025 | Senza categoria | 0 commenti
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