Hayao Miyazaki costruisce mondi e ci permette di accedervi attraverso lo schermo, proprio come fa Mahito attraverso le porte del suo immaginario, composto di passato (la madre bambina), di presente (la matrigna incinta di suo fratello), e di futuro (il prozio che gli lascia in eredità l’equilibrio del Pianeta). Una coesistenza di tempi e spazi estranei alla ragione, che viene abbandonata nel momento in cui il protagonista dodicenne deve elaborare il lutto più atroce: la perdita della madre (fuori campo) sotto ai bombardamenti di Tokio durante la seconda guerra mondiale.

Leggi la Recensione su Sale della Comunità