Alla fine dell’estate, in un frutteto della Tunisia nord-occidentale un gruppo di ragazze e donne lavora per raccogliere i fichi. Sotto lo sguardo di lavoratori e uomini più anziani, le ragazze flirtano, si prendono in giro, discutono di uomini, e litigano. Durante la giornata, il frutteto diventa teatro di emozioni, un luogo dove transitano i sogni e le speranze di una generazione moderna più libera, accanto ad una più ancorata alle tradizioni.

Per quanto assai frequentata in era pandemica perché necessaria, la poetica dell’unità di luogo è tutt’altro che semplice da sostanziare con padronanza formale.

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