La voce squillante, il tono amichevole, la cordialità tutta romana. La curiosità del giornalista. La competenza del critico cinematografico. Enzo Natta l’ho conosciuto così, quasi trent’anni fa. Io giovane redattore del settimanale il nostro tempo di Torino, lui collaboratore ‘storico’ del giornale e firma di lungo corso nelle pagine degli spettacoli. Cinema, soprattutto, ma anche televisione. Tante le telefonate in quegli anni, momenti preziosi in cui parlare di film, di registi, di festival andava oltre la proposta o la richiesta di un articolo e si accompagnava a note personali e ad accenti familiari: parlare con Enzo era come ‘abbeverarsi’ ad una fonte autorevole ma mai dottrinale, sempre, invece, generosamente colloquiale.

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