UN INVERNO IN COREA (Koya Kamura) La sospensione identitaria

A Sokcho, località sudcoreana quasi al confine con la Corea del Nord, la venticinquenne Soo-Ha si paga gli studi in letteratura francese lavorando come cuoca e cameriera in una vecchia pensione per turisti, in vista del matrimonio con il proprio fidanzato. Un giorno, nella cittadina portuale sbarca Yan Kerrand, illustratore francese in cerca di un alloggio e di ispirazione per la sua nuova graphic novel. La provenienza geografica e la ruvida reticenza dell’uomo risvegliano nella ragazza alcune domande sulla propria identità, in particolare sul padre, un ingegnere francese che lei non ha mai conosciuto e del quale la madre non ama affatto parlare…

Adattamento cinematografico del romanzo Inverno a Sokcho di Elisa Shua Dusapi, cresciuta tra Parigi e Seul, Un inverno in Corea è il lungometraggio d’esordio di Koya Kamura, il cui profilo biografico multiculturale (nato e cresciuto a Parigi, ma con madre francese e padre giapponese) aderisce in forme evidenti al plot del film e, prima ancora, al testo letterario da cui deriva l’opera filmica.

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